Nanoparticelle testate per la tossicità

I ricercatori hanno testato la tossicità relativa a nanomateriali nuovi e degradati, per meglio comprendere il modo in cui impedire a queste diffuse strutture di recare danno a esseri umani e ambiente.

I nanomateriali, sostanze con almeno una dimensione su scala di atomi e molecole (nanometri), sono sempre più usati nella vita moderna. Data la presenza di molti altri materiali in quanto a ricerca e sviluppo, è importante comprendere i loro potenziali effetti tossici.

Il progetto NANOPOLYTOX (Toxicological impact of nanomaterials derived from processing, weathering and recycling of polymer nanocomposites used in various industrial applications), finanziato dall’UE, ha valutato l’impatto tossicologico di vari nanomateriali durante il loro ciclo di vita per contribuire alla valutazione dell’impatto ambientale globale del prodotto nano-abilitato, tramite modifiche della metodologia classica di analisi del ciclo di vita (LCA). I ricercatori hanno studiato la sintesi, l’elaborazione, l’invecchiamento, il riciclaggio e lo smaltimento dei polimeri contenenti nanoparticelle.

Il progetto NANOPOLYTOX ha prodotto 18 nanomateriali inclusi in tre differenti matrici polimeriche, portando verso lo studio di 18 nanocompositi polimerici. Ciascuno di questi materiali, compresi i polimeri senza nanomateriali, è stato testato subito dopo la produzione e successivamente a invecchiamento ambientale naturale o accelerato (condizioni atmosferiche, tra cui cicli di pioggia).

Gli scienziati hanno condotto test di tossicità su nanomateriali e nanocompositi crudi e invecchiati utilizzando linee cellulari umane, embrioni di pesce (test in vitro) e topi, ratti e pesci (test in vivo). Tali studi hanno incluso dei test di bioaccumulo, contribuendo alla valutazione dei potenziali impatti ambientali di questi materiali nanocompositi.

In generale, le proprietà dei nanomateriali sono cambiate in condizioni di invecchiamento (ossidazione, idratazione, ecc.) e solitamente hanno perso la loro funzionalità superficiale, influenzando di conseguenza i loro effetti tossicologici. I ricercatori hanno rilevato che alcuni nanomateriali si sono bioaccumulati nel fegato e nella milza con il passare del tempo. L’escrezione o bioaccumulazione di tali sostanze è dipesa dalle proprietà chimico-fisiche delle nanoparticelle.

Il progetto NANOPOLYTOX sta affrontando un problema molto importante per la sicurezza, relativo all’aumento dell’utilizzo di nanomateriali. Test standardizzati e schede di sicurezza dei materiali, i quali esistono per tutti gli altri prodotti chimici e materiali lavorati a livello industriale, dovrebbero condurre a una produzione e gestione sicura dei nanomateriali.

pubblicato: 2016-06-29
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