La possibilità di
ottenere batterie a elevata energia e a lunga autonomia riveste
un’importanza strategica dal punto di vista scientifico e tecnologico.
Le celle al litio-zolfo, che offrono maggiori livelli di densità
energetica a basso costo rispetto alle tradizionali celle agli ioni di
litio, rappresentano un chiaro esempio in tale direzione. Tuttavia,
nonostante il raggiungimento di importanti progressi in questo settore,
l’implementazione su vasta scala di tali dispositivi è ostacolata da
alcuni limiti, tra cui la bassa conduttività intrinseca dello zolfo,
nonché le molecole indesiderate prodotte dalla disintegrazione del
catodo, chiamate polisolfuri, che si dissolvono nel liquido elettrolita
della batteria.
Nell’ambito del progetto EUROLIS
(“Advanced European lithium sulphur cells for automotive
applications”), finanziato dall’UE, i ricercatori stanno tentando di
stabilizzare i catodi al litio-zolfo attraverso l’utilizzo di serbatoi
di polisolfuri con superfici modificate. Il sistema proposto,
caratterizzato da un’ampia area superficiale, dovrebbe garantire un
debole adsorbimento degli intermedi di polisolfuri, nonché un
desorbimento reversibile. In tal modo, è possibile utilizzare
completamente il materiale attivo.
Per comprendere più a fondo l’impatto dell’area di superficie e le
interazioni tra l’elettrolita e i compositi del catodo di zolfo, si
rende necessaria l’adozione di tecniche di caratterizzazione affidabili.
L’iniziativa EUROLIS ha ideato numerosi strumenti in situ ed ex situ
finalizzati all’analisi delle batterie al litio-zolfo nelle varie fasi
dello scaricamento e del caricamento, che hanno consentito agli esperti
di comprendere meglio le proprietà elettrochimiche della batteria al
litio-zolfo. Nell’ambito del progetto questi dispositivi sono stati
impiegati ai fini di un più efficace monitoraggio della formazione e
della diffusione dei polisolfuri, nonché della loro migrazione in varie
parti della batteria Li-S.
La spettroscopia ultravioletta visibile e le cellule Swagelok
modificate a quattro elettrodi potrebbero rivelarsi utili ai fini della
determinazione quantitativa dei polisolfuri nel separatore, nonché della
distinzione di vari tipi di polisolfuri. Un altro strumento
spettroscopico, chiamato spettroscopia ad assorbimento di raggi x e del
bordo k dello zolfo, ha consentito ai ricercatori di descrivere dal
punto di vista qualitativo e quantitativo i polisolfuri presenti nel
catodo composito.
È stata definita la composizione degli elettrodi allo scopo di
massimizzare il carico di zolfo sull’elettrodo positivo. I separatori,
il litio e il riempimento dell’elettrolita sono stati adattati per la
preparazione di 12 prototipi di celle in una configurazione standard.
Altre attività sono state incentrate sulla conduzione di prove sulle
tecnologie al litio-zolfo alternative. L’attenzione dei ricercatori è
stata rivolta alle batterie allo stato solido o polimeriche che, in
entrambi i casi, sono in grado di prevenire la migrazione di
polisolfuri.
Le attività svolte nell’ambito dell’iniziativa EUROLIS danno un
importante contributo allo sviluppo del know-how relativo alla
produzione di batterie al litio-zolfo. Le attività di divulgazione si
sono concretizzate nella creazione di un sito web del progetto, in
pubblicazioni su riviste oggetto di esame collegiale e nella
partecipazione ad alcune conferenze sull’argomento.