I terreni delle aree costiere a bassa quota sono soggetti a fenomeni di
sedimentazione, affondamento e compattazione causati da vari processi
naturali e provocati dall’uomo, tra cui, ad esempio, i movimenti della
terra, la rimozione dei materiali di sostegno sottostanti causata dalle
attività minerarie, dal pompaggio delle falde acquifere e
dall’estrazione di petrolio o di gas, e la compattazione provocata
dall’aumento del carico sulla superficie terrestre.
Gli imminenti effetti avversi del cambiamento climatico e l’intensificazione delle attività umane hanno spinto gli scienziati ad avviare il progetto
SUBCOAST, finanziato dall’UE, allo scopo di creare un servizio di previsioni dei rischi di subsidenza che rappresenterà un importante modulo di Copernicus (precedentemente denominato “programma di monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza” (GMES)).
Il servizio, concepito partendo dalle esigenze degli utenti, mira a elaborare una corretta valutazione dell’impatto della subsidenza sui rischi di inondazione e a monitorare l’integrità dei sistemi delle barriere costiere. Per creare il principale prodotto del servizio, gli scienziati di SUBCOAST hanno implementato un nuovo concetto basato sui cosiddetti “modelli dinamici di elevazione digitale” (DEM).
Il metodo selezionato dagli scienziati di SUBCOAST consisteva nel calcolo delle velocità e delle altezze assolute, per le quali sono disponibili dati geodetici chiaramente definiti sia per il livello terrestre sia per quello del mare. Sono state quindi prodotte mappe di elevazione digitale mediante una combinazione tra i dati satellitari e le informazioni terrestri e di modellazione. Il prodotto DEM dinamico finale creato nell’ambito dell’iniziativa è il risultato di lavori rigorosi svolti presso regioni di studio pilota caratterizzate da scenari diversificati ubicati prevalentemente sulle coste europee.
I ricercatori hanno progettato il prototipo di un portale web che mette a disposizione degli utenti interessati informazioni provenienti da varie fonti, tra cui dati idrogeologici e dati ottenuti da un diffusore di interferometria persistente.
Gli scienziati di SUBCOAST hanno utilizzato come punto di partenza i traguardi raggiunti nell’ambito del progetto Terrafirma condotto dall’Agenzia spaziale europea (ESA) che ha dimostrato l’applicabilità dell’interferometria satellitare sul piano della valutazione dei rischi correlati ai movimenti del suolo. Le ricerche sono state incentrate sull’aumento delle fonti dei dati e sul miglioramento degli algoritmi di recupero.
Il progetto SUBCOAST ha ampliato i servizi realizzati nell’ambito del programma Copernicus mediante un servizio a valle per il monitoraggio della portata e dell’impatto della subsidenza sulle regioni costiere a bassa quota del vecchio continente. La regolare acquisizione di informazioni radar dai satelliti di osservazione della Terra aiuterà gli studiosi dei rischi correlati alle inondazioni a garantire previsioni accurate dei tassi di subsidenza che, in passato, rappresentavano un’operazione estremamente complessa.