Dai nanodiamanti una cura per le infezioni

La medicina moderna sembra dipendere sempre più largamente dai progressi delle nanotecnologie. Gli scienziati europei hanno utilizzato le nanoparticelle di diamante per sviluppare nuove strategie di lotta contro le infezioni batteriche.

I batteri hanno la capacità unica di crescere in comunità che formano biofilm e costituiscono un grave problema sanitario. I microorganismi dei biofilm interagiscono tra loro per aggirare le risposte del sistema immunitario e potenziare la propria tolleranza agli antibiotici, di conseguenza questo tipo di infezioni è molto difficile da risolvere.

Ad aggravare il quadro, il ricorso sconsiderato agli antibiotici ha portato all’emergere di batteri resistenti agli antibiotici, peggiorando le prospettive di trattamento di queste patologie. Per affrontare il problema della resistenza, gli scienziati hanno rivolto la loro attenzione allo studio di strategie non-biocide in alternativa agli antibiotici, con un approccio che sfrutta le molecole anti-adesive per impedire l’interazione iniziale dei batteri con le superfici dei dispositivi medici.

Il progetto PHOTORELEASE (Fabrication of particles with photo receptors: bio-analytical application such as controlled drug delivery), finanziato dall’UE, ha deciso di sviluppare nanoparticelle attive contro i biofilm, selezionando nanoparticelle di diamante, i cosiddetti nanodiamanti, perché sono inerti, biocompatibili e, cosa molto importante, possono essere facilmente funzionalizzati a seconda dell’applicazione, tanto che stanno trovando una diffusione crescente come sonde di imaging e veicoli per il trasporto di farmaci.

Il team PHOTORELEASE ha sviluppato nanodiamanti rivestiti di zuccheri come inibitori innovativi della formazione di biofilm costituiti dall’Escherichia coli, ottimizzandoli per ottenere una migliore funzionalizzazione e un’attività anti-biofilm notevolmente migliorata.

Le proprietà uniche delle nanoparticelle di diamante le rendono molto promettenti in vista di numerose applicazioni. Di fronte alla minaccia imminente di ceppi resistenti agli antibiotici, questi biomateriali ingegnerizzati potranno rivelarsi indispensabili per il trattamento delle infezioni.

pubblicato: 2015-08-14
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