Un’importante rete di formazione ha contribuito allo sviluppo di carriere di ricercatori esperti e in fasi iniziali, nel campo dell’archeometria o scienza applicata all’archeologia. Parallelamente, ha studiato l’origine e gli effetti dell’allevamento di bestiame da latte in Europa, nell’intento di stabile se il latte facesse parte della cosiddetta rivoluzione dei prodotti secondari.
Nell’ambito del progetto
LECHE
(“Lactase persistence and the cultural history of Europe”), sono stati
raggiunti importanti obiettivi scientifici ed educativi. Insieme ai
ricercatori in formazione, il gruppo ha generato una feconda discussione
sulla storia delle origini dei prodotti lattiero-caseari e l’importanza
dell’uso del latte.
Il progetto si è incentrato sulla persistenza della lattasi, un tratto ritenuto assente nei primi allevatori neolitici. La persistenza della lattasi è la continuazione dell’attività dell’enzima lattasi, che consente di digerire il lattosio nel latte. Pertanto, il dubbio centrale riguardava se il latte fosse importante prima dell’allevamento oppure se fosse divenuto importante dopo il consolidamento dell’allevamento in Europa (rivoluzione dei prodotti secondari).
In totale, 13 organizzazioni europee hanno formato 13 studenti di PhD, supervisionando inoltre 2 PhD appena laureati: uno ciascuno per Danimarca, Francia, Irlanda e Paesi Bassi; due per la Svezia; tre per la Germania e quattro per il Regno Unito. Le competenze dei partner formatori riguardavano la ricerca di DNA antico, composti organici antichi, nonché archeologia e osteologia classiche. Gli studenti provenivano sia dall’interno che dall’esterno dell’UE; gli eventi formativi si sono sostanziati in corsi estivi, seminari e conferenze.
Mettendo insieme dati provenienti da varie aree delle attività del progetto, LECHE è riuscito a rispondere alla domanda scientifica iniziale e a dimostrare che la persistenza della lattasi si è evoluta congiuntamente, man mano che si diffondevano i modi di vivere legati all’allevamento. Tutte le scoperte indicano come il latte fosse importante fin dai primi stadi del Neolitico, per cui la rete ha concluso che la rivoluzione dei prodotti secondari rivestisse minore rilevanza di quanto ritenuto in precedenza.
Il lavoro del progetto ha determinato la redazione di 12 tesi, una quantità di documenti scientifici nei giornali e un libro LECHE
“May contain traces of milk – Investigating the role of dairy farming and milk consumption in the European Neolithic”. La versione PDF del libro è scaricabile. Tra le scoperte interessanti si possono citare il fatto che il latte veniva utilizzato nell’Africa sahariana dal V millennio a.C., che la caseificazione avveniva in Europa durante il VI millennio a.C. e che le migrazioni condussero all’introduzione del modo di vivere legato all’allevamento in Europa.
Altre realizzazioni di LECHE riguardano due corsi estivi, tre seminari, due incontri industriali, varie interazioni e visite di siti e due conferenze internazionali. Vari studenti PhD si sono laureati e stanno attualmente proseguendo la loro carriera scientifica in altri gruppi di ricerca. Tutti hanno ricevuto la formazione sulle più recenti tecnologie di archeometria, accanto a competenze nel campo della comunicazione, della gestione e della raccolta fondi.