Questa strategia potrebbe salvare circa 26 000 pazienti ogni anno. Invece della chemioterapia secondo il regime R-CHOP multifarmaco per i pazienti affetti da neoplasia a cellule B mature, come il linfoma diffuso a grandi cellule B, il linfoma di Burkitt e la leucemia linfatica cronica a cellule B, il progetto HEAL-BY-MIRNA (microRNA replacement therapy for mature B cell neoplasias), finanziato dall’UE, offre un approccio innovativo usando un miRNA specifico per le cellule B mature la cui espressione si perde nei pazienti affetti da neoplasia a cellule B mature.
Reintroducendo questo miRNA in cellule di linfoma, l’equipe guidata dalla prof. Almudena Ramiro spera di essere presto in grado di curare pazienti resistenti al regime R-CHOP o pazienti con recidive.
Quali sono secondo lei i principali punti di forza e i punti deboli delle attuali terapie per la neoplasia a cellule B?
La neoplasia a cellule B è attualmente curata principalmente con radiazioni e chemioterapia con il regime R-CHOP multifarmaco. Questa terapia multifarmaco può essere molto efficace, ma ha una serie di limiti significativi, tra cui il fatto che una frazione di casi mostrano resistenza al trattamento. Per esempio, nel caso del linfoma diffuso a grandi cellule B, il tipo di linfoma più diffuso e aggressivo, circa il 40-45 % dei pazienti non risponde al R-CHOP. Un altro importante problema è che una parte dei pazienti di neoplasia a cellule B ha una recidiva dopo una risposta iniziale al trattamento R-CHOP. Inoltre, questa terapia è molto intensiva ed è associata ad alti livelli di tossicità.
Come spiega il fatto che la chemioterapia è spesso inefficace?
Le due ragioni principali che si pensa siano responsabili dell’inefficacia della chemioterapia nella cura del cancro sono la non specificità dell’azione citotossica della chemioterapia, che colpisce anche tessuti sani, e la capacità del tumore di generare varianti mutazionali resistenti alla chemioterapia.
Perché concentrare la ricerca di terapie alternative specificamente sui miRNA
I miRNA sono molecole mirate e biologicamente attive che hanno caratteristiche che le rendono candidati molto interessanti come strumenti terapeutici anti-tumorali: le loro piccole dimensioni e la stabilità, il fatto che possano essere facilmente modificate chimicamente e il fatto che sono meno suscettibili allo sviluppo di una resistenza ai farmaci perché modulano le reti dell’espressione genetica piuttosto che i singoli geni. Ci sono anche minori probabilità che mostrino effetti tossici, perché i miRNA bersagliano gruppi di geni sulla base di una specifica sequenza nucleotidica.
Cosa può dirci dei risultati raggiunti dal progetto finora?
Sfortunatamente non possiamo commentare risultati specifici qui perché sono attualmente in fase di brevetto, ma posso dire che siamo molto contenti dei risultati ottenuti finora e crediamo che possano portare allo sviluppo di un protocollo terapeutico nuovo e più efficace per la cura della neoplasia a cellule B in futuro.
L’efficacia dell’approccio proposto soddisfa le vostre aspettative iniziali?
Sì, pensiamo che gli approcci della proposta siano adeguati per svolgere studi preclinici per testare l’efficacia di miR-28 analoghi per la cura del linfoma.
Quando questa proposta potrebbe portare a una nuova opzione di cura per i pazienti?
Lo sviluppo di nuovi farmaci clinici è un processo ben consolidato e regolato che consiste in tre diverse fasi. Crediamo che i risultati promettenti che abbiamo ottenuto con i miR-28 analoghi sintetici per bloccare la crescita del linfoma in modelli pre-clinici in vivo giustifichi l’inizio di una sperimentazione clinica di fase I.
In questo senso, stiamo valutando l’interesse di aziende di biotecnologia per lo sviluppo di un nuovo prodotto basato su miR-28 analoghi sintetici per cominciare questa prima fase. Le sperimentazioni cliniche di fase I di solito comportano il coinvolgimento di da 20 a 100 volontari. A seconda dei risultati ottenuti in questa sperimentazione iniziale , il prodotto viene valutato in sperimentazioni cliniche di fase II e III, che comportano un numero maggiore di individui e un periodo di tempo che va da due a sei anni.
Avete già in programma di continuare la ricerca?
Certamente, abbiamo in programma di valutare diversi aspetti di una terapia con miR-28 analoghi per la cura del linfoma in modelli preclinici in vivo di linfoma: la sua efficacia su linfomi resistenti alla chemioterapia, la sua efficacia in diversi protocolli di somministrazione sequenziale o combinata con la chemioterapia e la caratterizzazione dei processi molecolari che portano alla generazione di cellule di linfoma resistenti al trattamento.
HEAL-BY-MIRNA
Finanziato nell’ambito di H2020-ERC
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