Gli anticorpi per migliorare i trapianti di fegato

Liver.  fot. public domain

In molti casi, i trapianti di fegato sono messi a repentaglio dall’infezione del virus dell’epatite C (HCV). Un consorzio europeo si è messo al lavoro per migliorare la sopravvivenza a questo tipo di trapianto attraverso la somministrazione di anticorpi che bloccano l’infezione del virus.

Centinaia di milioni di persone nel mondo sono infettate dal virus HCV. Questa infezione persistente è la causa principale di gravi malattie epatiche e l’indicazione più frequente per il trapianto di fegato ma, a prescindere dalla disponibilità di organi e dal successo della procedura, il fegato trapiantato viene rapidamente reinfettato e distrutto dopo pochi anni dalla sostituzione.

Nonostante il gran numero di farmaci disponibili per il trattamento dell’infezione cronica da HCV, è necessario individuare alternative più sicure e con meno effetti collaterali. Gli scienziati del progetto HEPAMAB (Human monoclonal antibody therapy to prevent hepatitis C virus reinfection of liver transplants: advancing lead monoclonal antibodies into clinical trial), finanziati dall’UE, hanno lavorato allo sviluppo di anticorpi monoclonali che agiscono sull’ingresso del virus obiettivo al fine di prevenire la reinfezione del fegato trapiantato. In pratica, questo approccio terapeutico prolunga la vita del fegato trapiantato nei pazienti colpiti da HCV.

I ricercatori hanno testato numerosi anticorpi monoclonali in vitro e a livello pre-clinico in vivo per valutare la loro capacità di prevenire l’infezione da HCV, cercando inoltre di migliorarne la potenza per ridurre la somministrazione delle dosi terapeutiche. Attualmente è in funzione una pipeline di produzione degli anticorpi che dovrebbe raggiugere un livello conforme alle buone pratiche di fabbricazione (GMP).

Ad oggi, i risultati hanno permesso di individuare un anticorpo principale anti-recettori con attività antivirale, le cui modalità di azione sono in fase di studio. I partner stanno inoltre esplorando la possibilità di combinare anticorpi anti-recettori e antivirali per potenziare ulteriormente i risultati.

In definitiva, il progetto HEPAMAB porterà questi anticorpi fino alla fase di prove cliniche, per testare la loro capacità di prevenire la reinfezione da HCV nei fegati trapiantati. Considerato l’onere socioeconomico dell’infezione da HCV, questo nuovo approccio terapeutico apre nuove prospettive ai milioni di pazienti che hanno la necessità di ricorrere al trapianto di fegato.

pubblicato: 2015-12-24
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