L’attuale epidemia di obesità chiaramente è solo in parte di origine
genetica, ma tuttora sfuggono le variazioni sfavorevoli dell’ambiente e
dello stile di vita che causano l’obesità e i disturbi associati. La
nutrizione durante i primi anni ha una rilevante incidenza sulla salute
in un secondo momento e potrebbe correlarsi al rischio di obesità.
Un progetto in corso di realizzazione
EARLYNUTRITION (Long-term effects of early nutrition on later health), finanziato dall’UE, sta indagando su tale correlazione in un insieme di varie coorti formate da 470 000 persone. Le popolazioni oggetto dello studio comprendono donne prima della gravidanza, donne in gravidanza, lattanti e bambini piccoli. Accanto agli approcci epidemiologici e interventistici, metodi avanzati di bioinformatica, epigenetica e metabolomica stanno fornendo informazioni anche a livello cellulare e molecolare.
Uno degli aspetti centrali del progetto prevede l’analisi dei meccanismi per programmare la nutrizione precoce, seguendo coorti umane nell’infanzia, nell’adolescenza e nel periodo adulto. Ad esempio, nuove prove rivelano che la maggiore adiposità infantile è associata all’insufficienza materna di vitamina D e a bassi livelli di attività nei bambini.
EARLYNUTRITION ha collegato il carico glicemico della dieta nelle fasi iniziali (ma non ultime) della gravidanza con l’adiposità infantile. L’acquisizione di una maggiore circonferenza addominale durante la prima infanzia è risultata correlata a una pressione sanguigna più elevata nell’infanzia. I dati attualmente analizzati, ricavati da rilevanti coorti, stabiliranno gli effetti a lungo termine dell’acquisizione di peso materno in gravidanza, della composizione corporea e del fumo sull’adiposità/sulle co-morbilità della progenie.
Vengono raccolti e analizzati anche dati ottenuti da modelli animali e campioni di placenta. Così, gli studi in vitro di placente perfuse stanno fornendo nozioni più approfondite sui meccanismi biologici del trasporto di acidi grassi. Una differenza nell’espressione del gene bersaglio nelle placente umane e animali, ottenute da madri obese a confronto con madri magre, viene analizzata mediante un approccio con microarray. Nei roditori, l’obesità materna è associata con un’anomala omeostasi del glucosio. I nuovi dati suggeriscono che interventi sulla dieta e l’esercizio fisico della madre possono influire positivamente sul fenotipo del figlio.
Le attuali raccomandazioni per le donne in gravidanza particolarmente obese e per i bambini piccoli non tengono conto delle conseguenze a lungo termine della nutrizione. EARLYNUTRITION sta esaminando le prove, per ottimizzare le raccomandazioni sulla nutrizione, prima e durante la gravidanza, il periodo di allattamento al seno e l’infanzia, con riferimento particolare al successivo sviluppo della salute. Le attuali raccomandazioni e le più recenti conclusioni della ricerca vengono inoltre tradotte in applicazioni pratiche
dall’Early Nutrition eAcademy, una piattaforma di e-learning, concettualizzate per la formazione medica continua di operatori professionali della sanità a livello internazionale. L’avanzatissima ricerca nel campo e le realizzazioni del progetto saranno presentate durante la seconda conferenza EarlyNutrition a ottobre 2016,
The Power of Programming 2016.