L’evoluzione del virus dell’influenza

Comprendere in che modo il virus dell’influenza si evolve all’interno dell’organismo che lo ospita è un aspetto fondamentale per poter prevedere l’emergere e il diffondersi dei nuovi ceppi.

Il virus dell’influenza A è responsabile delle epidemie stagionali che si verificano ogni anno ma occasionalmente provoca pandemie dalle conseguenze devastanti ed è in grado di causare infezioni zoonotiche, cioè trasmesse dagli animali agli esseri umani.

La gravità di queste patologie varia da forme leggere di tracheobronchite a polmoniti potenzialmente mortali e dipende dalle zone del tratto respiratorio che vengono infettate. La localizzazione del virus nel tratto respiratorio superiore è associata a un’elevata trasmissibilità mentre quella nel tratto inferiore è generalmente più severa.

Nel complesso, la capacità riproduttiva del virus sembra definire la gravità della malattia e di conseguenza influisce sulle dimensioni dell’epidemia o della pandemia. Queste caratteristiche sono determinate da forti pressioni selettive che agiscono all’interno degli ospiti e a livello della popolazione e contribuiscono a definire il tropismo dei tessuti. Il progetto INFLUENZA TROPISM (Evolutionary determinants of influenza virus pathogenesis and tissue tropism), finanziato dall’UE, si è proposto di caratterizzare queste pressioni selettive.

Il consorzio ha adottato l’ipotesi di lavoro secondo cui i vincoli di trasmissione e l’immunità preesistente determinano i modelli di tropismo dei tessuti del virus e ciò, a sua volta, influisce sull’evoluzione delle nuove varianti. Per convalidare questa ipotesi, gli scienziati hanno analizzato l’evoluzione sperimentale del virus dell’influenza H1N1 prelevato dal naso o dai polmoni di furetti in diverse condizioni di pressione selettiva.

Dai campioni sono emersi cambiamenti rapidi del tropismo dei tessuti dei virus passati attraverso il tratto respiratorio superiore degli animali, associato a un fenotipo più severo rispetto ai virus passati in quello inferiore.

Rispetto ai ceppi influenzali stagionali, i virus pandemici incontrano una scarsa immunità preesistente, perciò i ricercatori hanno studiato i modelli di tropismo dei virus pandemici di influenza e dei loro discendenti stagionali nei furetti sperimentali, scoprendo che i primi provocano un fenotipo più severo rispetto ai secondi, un’indicazione chiara che l’immunità della popolazione agisce come forte pressione selettiva. Queste osservazioni sono state convalidate grazie a metodologie di modellazione matematica che hanno permesso di prevedere l’evoluzione del tropismo dei tessuti del virus influenzale.

I risultati ottenuti dal team INFLUENZA TROPISM saranno utili per supportare misure e decisioni di politica volte ad alleviare la minaccia sanitaria pubblica posta costantemente dai virus dell’influenza A.

pubblicato: 2015-09-25
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