La lateralizzazione della memoria della posizione degli oggetti
Fondamentale per la sopravvivenza, la memoria spaziale consiste nella formazione e nella capacità di richiamare gli oggetti e la loro posizione nello spazio. La ricerca sta studiando le aree del cervello che sono responsabili di questa funzione e, in particolare, la misura della lateralizzazione nella parte sinistra o destra del cervello.
Nonostante l'importanza della memoria della posizione degli oggetti per
le competenze della vita, l'organizzazione di questa funzione e la sua
suddivisione tra l'emisfero destro e sinistro del cervello è ancora poco
conosciuta. Il progetto SPATIAL MEMORY ("Cerebral representation of
object-location memory") sta studiando i due diversi processi che vi
sono coinvolti, cioè l'elaborazione degli oggetti e della posizione
nello spazio.
Combinando la risonanza magnetica funzionale e la registrazione
dell'encefalogramma intracranico con la valutazione neuropsicologica, i
ricercatori hanno esaminato soggetti sani e pazienti affetti da
epilessia del lobo temporale mesiale (MTLE, Mesial temporal lobe
epilepsy). L'MTLE è la forma di epilessia più comune negli adulti e le
convulsioni che provoca hanno origine solitamente negli ippocampi,
importanti centri di memoria che si trovano nei lobi temporali.
Gli scienziati hanno svolto una serie di test comportamentali sulla
memoria di riconoscimento spaziale e degli oggetti. Poiché i test
iniziali non hanno fornito risultati simili al paradigma sviluppato nel
2009 da Bellgowan, il team ha modificato il protocollo per eliminare il
colore dello stimolo come riferimento di identità dell'oggetto e ha
fatto in modo che la nuova configurazione permettesse ai soggetti di
ottenere risultati analoghi per il riconoscimento spaziale e degli
oggetti durante i blocchi di riconoscimento degli oggetti.
L'elaborazione preliminare di tutti i dati funzionali dei soggetti
sani è stata completata e l'analisi del gruppo di secondo livello per le
attivazioni correlate ad attività specifiche è attualmente in corso.
Durante la fase successiva, gli scienziati selezioneranno i pazienti
epilettici per il paradigma di memoria spaziale e degli oggetti durante
la scansione.
I risultati del progetto SPATIAL MEMORY lasciano intravedere un
impatto molto ampio sulla comprensione dei processi cognitivi del
cervello in generale. In relazione alle malattie neurodegenerative come
il morbo di Alzheimer, questa iniziativa potrebbe fornire informazioni
preziose, mentre per i pazienti affetti da MTLE potrebbe chiarire quali
sono le aree del cervello che sono coinvolte nella memoria di posizione
degli oggetti, in vista di una migliore conoscenza della malattia e di
una migliore pianificazione prechirurgica.
pubblicato: 2015-02-02