Nuove scoperte per massimizzare l’esperienza stereoscopica 3D
Creando l’illusione della profondità, la stereoscopia offre un potenziale emozionante per la visualizzazione di informazioni e di coinvolgenti esperienze 3D interattive. Un progetto finanziato dall’UE ha aperto la strada per la ricerca sull’interazione 3D, che finora ha ricevuto scarsa attenzione.
Anche se la presenza dei dispositivi di visualizzazione stereoscopica è
in costante aumento negli ultimi anni, il disagio di chi li utilizza
blocca la diffusione della tecnologia. Il conflitto di accomodazione e
convergenza, un problema di messa a fuoco causato da un movimento
asincrono degli occhi, è considerato la causa principale del perché
alcune persone sperimentano disagio durante la visione stereoscopica 3D.
La ricerca all’interno del progetto 3STARS (3D stereoscopic interactive user interfaces) comporta un notevole superamento di tale problema. I ricercatori hanno proposto il concetto di interazione multitouch indiretta, la quale elude il problema della mancata corrispondenza tra profondità reale della superficie dello schermo e profondità percepita. Gli utenti possono usare una tavoletta considerata dispositivo di input indiretto con sei gradi di libertà, per controllare il contenuto del dispositivo stereoscopico 3D.
Eliminando la necessità di toccare la superficie del display, tale soluzione riduce il rischio di informazioni mancanti mediante occlusione. Inoltre, tale dispositivo mantiene la ricchezza dell’interazione multitouch ed è meno soggetto a cambi di contesto rispetto alla convenzionale combinazione mouse e tastiera.
I ricercatori hanno confrontato due tecniche indirette, progettate per tablet, con due attuali tecniche di contatto diretto. I risultati dello studio dimostrano che i partecipanti hanno compiuto il 30 % di errori in meno durante la navigazione nell’ambiente 3D, dimostrando così il ruolo significativo dell’occlusione nel contatto diretto.
Inoltre, la ricerca del progetto 3STARS si è focalizzata sul miglioramento dell’esperienza interattiva degli utenti utilizzando dispositivi di visualizzazione montati direttamente alla testa. Vivere la realtà virtuale in ambito domestico è difficile a causa della presenza di oggetti fisici e mobili che non sono solitamente definiti nell’ambiente virtuale.
Per affrontare tale sfida, i ricercatori hanno esplorato il concetto di realtà sostitutiva. In tali ambienti, ogni oggetto fisico che circonda un utente è abbinato a una controparte virtuale. Gli utenti possono spostarsi all’interno di un ambiente virtuale radicalmente diverso da quello fisico e continuare a sapere che tutto ciò che vedono esiste davvero anche se viene a mancare qualche corrispondenza con la realtà. Il team ha identificato i fattori che introducono le mancate corrispondenze e la misura in cui queste possono essere spinte prima di interrompere la sospensione dell’incredulità. Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno ottenuto una serie di linee guida per la progettazione di future esperienze di realtà sostitutiva.
I risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche specializzate.
pubblicato: 2016-02-19