Gli scienziati hanno sviluppato una tecnologia in grado di supportare reti di comunicazione multi-Gbit/s per la trasmissione di dati dagli strumenti alla memoria di massa fino all’unità di telemetria discendente. Ciononostante, l’utilizzo di questa risorsa è stato finora confinato alle missioni degli Stati Uniti. Un progetto finanziato dall’UE ha posto fine a tale situazione.
Gli esperti hanno infatti ideato la tecnologia Space Fibre che si presta
a essere utilizzata con carichi di dati ad alta velocità di
trasmissione, come i radar ad apertura sintetica e i lettori di immagini
ottiche iperspettrali in grado di produrre dati a svariati Gbit/s di
velocità. Il collegamento di dati seriali ad alta velocità integra le
capacità di uno standard di rete ampiamente utilizzato, che prende il
nome di Space Wire, fornendo una larghezza di banda 10 volte superiore.
Il progetto
VHISSI (Very high speed serial interfaces), finanziato dall’UE, è stato concepito allo scopo di approfondire le ricerche sullo Space Fibre nel tentativo di fornire una soluzione completa per le reti a bordo utilizzate durante le missioni di osservazione della Terra. Per raggiungere questo obiettivo, la comunità di ricerca europea sulla microelettronica ha avviato una serie di lavori di collaborazione con imprese capocommessa e piccole e medie imprese.
I sette partecipanti al progetto VHISSI sono riusciti nel loro intento di sviluppare un chip sperimentale per l’attuazione del protocollo per le comunicazioni seriali Space Fibre e l’integrazione di opzioni di rilevamento degli errori, nonché di capacità di isolamento e recupero nell’hardware. Inoltre, la qualità dei meccanismi del servizio consente di specificare la larghezza di banda delle reti di comunicazione a bordo.
Il dispositivo VHISSI offre un’interfaccia Space Fibre in grado di funzionare a velocità tipiche delle reti di porte programmabili dall’utilizzatore ideali per i voli nello spazio, garantendo nel contempo una trasmissione di dati pari a 2 Gbit/s. La tecnologia, che prevede l’integrazione di un router per l’interconnessione degli strumenti, è in grado di offrire una multiplazione di pacchetti contenenti i dati sugli strumenti e le informazioni relative al loro stato o controllo.
Una fonderia europea ha provveduto alla fabbricazione di una serie di prototipi del chip VHISSI, per il quale sono stati condotti numerosi test relativi a tutte le modalità di funzionamento. I risultati ottenuti a varie temperature e con tensioni di rete differenti hanno dimostrato l’estrema solidità della tecnologia. Le interfacce del chip, in grado di funzionare alle velocità previste, hanno rivelato la capacità del dispositivo di raggiungere gli obiettivi prefissati dai ricercatori.
Fino a poco tempo fa, la tecnologia Space Fibre continuava a fare affidamento sui fornitori statunitensi di dispositivi tolleranti alle radiazioni che non potevano tuttavia essere impiegati durante le missioni spaziali europee. Il progetto VHISSI ha offerto all’Europa la tecnologia necessaria per i collegamenti dei dati a bordo dei veicoli spaziali e le reti di comunicazione che consentiranno a questi strumenti di competere nel mercato internazionale.