L’esperimento LHCb che viene effettuato da ricercatori al
Large Hadron Collider del CERN, anche conosciuto come “esperimento della bellezza”, sta tentando di svelare cosa accadde dopo il Big Bang. Mentre studiavano questo, i ricercatori hanno trovato per caso cinque nuove particelle subatomiche che potrebbero aiutare a spiegare cosa tiene assieme il centro degli atomi.
La scoperta è il risultato dell’accurata identificazione delle particelle da parte del rivelatore LHCb e della grande banca dati accumulata durante le prime due prove effettuate dal Large Hadron Collider. Questi due elementi hanno permesso ai ricercatori di identificare le nuove particelle con quello che
il CERN descrive come, “un livello schiacciante di valore statistico, il che significa che la scoperta non può essere solo una coincidenza statistica di dati”.
Il dott. Grieg Cowan, dell’Università di Edimburgo, Regno Unito, sta lavorando a questo progetto. In un articolo pubblicato sul
sito web di BBC news egli descrive la scoperta come straordinaria, “(essa) getta luce su come i quark si legano tra loro. Essa potrebbe avere delle implicazioni non solo per una migliore comprensione di protoni e neutroni, ma anche di stati più esotici con diversi quark, come ad esempio pentaquark e tetraquark.”
Confermata ora una convinzione del passato
L’esistenza di particelle barione omega-c venne confermata nel 1994 e da allora i fisici hanno sempre creduto che le particelle appaiono in forme differenti. Le particelle appena scoperte sono tutte barioni, ovvero particelle subatomiche formate da tre unità più piccole chiamate quark. Conosciute come gli elementi costitutivi di base della materia, ci sono sei tipi di quark che sono noti come “up”, “down”, “strange”, “charm”, “top” e “bottom”.
Si è scoperto che le particelle sono degli stati eccitati, ossia uno stato della particella che ha un’energia più alta rispetto alla configurazione minima assoluta (o stato fondamentale), di omega-c-zero. La ricerca è presentata in maggiore dettaglio su
arXiv.org, sul sito web della Cornell University Library.
La ricerca ha avuto bisogno di quasi
250 trilioni di collisioni e il CERN ha annunciato che il prossimo passo sarà quello di stabilire quali sono i numeri quantici delle nuove particelle.