I biocarburanti come il bioetanolo sono un'alternativa sostenibile all'utilizzo dei combustibili fossili per la produzione di energia. I biocarburanti di prima generazione utilizzano la canna da zucchero e il mais e possono potenzialmente compromettere la sicurezza alimentare. La produzione di bioetanolo di seconda generazione utilizza i residui non commestibili prodotti da queste colture, come anche da colture come il Miscanthus, il quale riduce le emissioni di gas a effetto serra e non compromette la sicurezza alimentare.
Tuttavia, la tecnologia relativa alla seconda generazione di biocarburanti non è ancora economicamente sostenibile, principalmente perché i rifiuti lignocellulosici si decompongono con fatica. Il progetto
SUNLIBB (Sustainable liquid biofuels from biomass biorefining), finanziato dall'UE, ha unito ricercatori e innovatori che lavorano per superare le barriere tecniche associate a questo tipo di produzione di bioetanolo. Il consorzio ha concentrato i propri sforzi sul miglioramento delle materie prime, generando sottoprodotti con valore aggiunto e innovazioni per quanto riguarda la fermentazione.
I ricercatori hanno esaminato in primo luogo la genetica di canna da zucchero, mais e Miscanthus, comprendendo il modo in cui sono prodotte le pareti cellulari e come queste possano essere digerite più facilmente. Inoltre, il progetto SUNLIBB ha dimostrato che diverse cere potenzialmente utili vengono prodotte come sottoprodotto della digestione di lignina.
Il consorzio sta inoltre esaminando vari pre-trattamenti per rifiuti lignocellulosici che faciliteranno il processo di digestione. Il progetto SUNLIBB ha condotto svariate prove pilota di fermentazione assieme ad analisi tecno-economiche per ciascun metodo.
Una volta ottenuta la piena potenza di utilizzo di tali materie prime, sarà possibile una maggiore resa di bioetanolo con un impatto ambientale ridotto. Ciò attenuerà le preoccupazioni su sicurezza alimentare e sostenibilità delle risorse globali.