Come degradare gli inquinanti chimici

Gli scienziati stanno studiando in che maniera i prodotti chimici tossici vengano naturalmente degradati nelle acque inquinate, al fine di sviluppare metodi economici per la purificazione dei siti contaminati.

L’inquinamento delle acque dovuto agli impianti chimici industriali ha creato quasi 3 milioni di siti contaminati in Europa, i quali necessitano di una bonifica. I comuni contaminanti delle acque sotterranee come per esempio il cloroformio, il tetracloruro di carbonio, il tricloroetilene e il tetracloroetilene sono particolarmente difficili da rimuovere.

L’iniziativa IMOTEC-BOX (Isotopic and molecular techniques for determining the efficiency of in-situ bioremediation and chemical oxidation of chlorinated compounds), finanziata dall’UE, ha valutato i metodi biologici e chimici per degradare e rimuovere le sostanze chimiche inquinanti e nocive presenti nelle acque sotterranee.

L’iniziativa IMOTEC-BOX ha continuato il lavoro di un progetto precedente, il quale ha costruito trincee di intercettazione in un acquifero di substrato roccioso fratturato altamente inquinato a Odena, in Catalogna, Spagna. I rifiuti prodotti dalla costruzione sotto forma di calcestruzzo calcareo, all’interno di tali trincee, hanno degradato il cloroformio rendendo il pH dell’acqua alcalino.

Dal momento che solo il 30-40 % del cloroformio è stato degradato in questo modo, il progetto IMOTEC-BOX ha testato altri metodi per rimuovere i restanti inquinanti clorurati. Questi hanno incluso l’aggiunta di sostanze chimiche che distruggono i contaminanti mediante contatto formando radicali liberi altamente reattivi, o l’impiego di microbi per l’abbattimento degli agenti inquinanti.

I trattamenti chimici sono stati efficaci per alcuni inquinanti clorurati ma non per altri, come per esempio il tetracloruro di carbonio. Tuttavia, tale prodotto chimico è stato degradato naturalmente nelle trincee di intercettazione, probabilmente grazie alla declorazione mediata dal ferro.

I microbi che producono gli enzimi in grado di degradare le sostanze chimiche forniscono un altro modo naturale per rimuovere i contaminanti dalle acque sotterranee in un processo noto come bonifica biologica. Come per il trattamento chimico, alcuni inquinanti clorurati hanno resistito alla degradazione microbica, mentre altri, come i metani clorurati e il cloroformio, sono stati degradati.

I tentativi di stimolare o migliorare la degradazione microbica sono stati in gran parte infruttuosi, anche se i ricercatori hanno scoperto che l’aggiunta di vitamina B12 ha accelerato la biodegradazione dei metani clorurati. I ricercatori hanno inoltre identificato un gene batterico coinvolto nella degradazione del cloroformio che intendono utilizzare come indicatore per il monitoraggio dell’efficienza relativa alle future strategie di biostimolazione.

Lo sfruttamento o il miglioramento della degradazione che si verifica in natura nelle falde acquifere inquinate renderà più redditizia la gestione dei siti contaminati, in linea con gli standard europei sulla sicurezza dell’acqua.

pubblicato: 2016-02-11
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